Partito Comunista Internazionale "Dall’Archivio della Sinistra"

Partito Comunista d’Italia
Sezione della Terza Internazionale
 
 
 
 
Discorso di Grieco alla Camera a nome del PCd’I
14 gennaio 1925
 
 
 
 
 
Presidente: Ha facoltà di parlare l’On. Grieco.

Grieco: Il progetto di legge elettorale, che viene oggi in discussione, è il riassunto, da parte del governo, della situazione ed è il tentativo inteso a volgere verso un determinato alveo lo sforzo della situazione. La legge elettorale è l’espressione parlamentare di questa situazione, la quale è rappresentata realmente da tutta una serie di compressioni poliziesche che vorrebbero togliere ogni voce al proletariato. Noi approfittiamo di quest’occasione per porre tutta la questione nel suo complesso e tirarne le conseguenze per ciò che riguarda i compiti ed i doveri della classe lavoratrice e la posizione di questa nei confronti dei vari partiti ed aggruppamenti della borghesia; cioè della stessa borghesia. Noi vediamo confermate, nell’anno 1925, le previsioni che in cento occasioni, dinanzi alle masse, facemmo sugli aspetti della crisi della società borghese italiana e sugli sviluppi che questa crisi avrebbe presentato ed aperti. Noi affermiamo che l’attuale epoca storica ha aperto il periodo della lotta decisiva tra le forze politiche che possiedono i mezzi di produzione e di scambio e le forze proletarie, desumendo questa constatazione reale dall’esame della economia borghese dallo scoppio della guerra mondiale. La guerra mondiale ha affrettato le condizioni di sviluppo dell’economia capitalistica ed ha, perciò, accelerato il processo rivoluzionario, dal quale dovrà inevitabilmente uscire vittorioso il proletariato. Non è possibile analizzare questa crisi restando fermi nella considerazione della situazione italiana.

L’interdipendenza dei rapporti tra il capitalismo dei diversi paesi (rapporti di soggezione ora, ed ora di predominio) è un prodotto gigantesco e mostruoso della creazione dell’imperialismo economico nel quale le nazioni capitalistiche sono trascinate, o come protagoniste o con rapporti di dipendenza. Una politica autonoma è consentita appena ai paesi creditori ed accumulatori della ricchezza ai quali – peraltro – il pericolo [sic] della ricchezza fa prevedere prossimo l’aprirsi di spaventevoli crisi.

È così che mentre la spinta rivoluzionaria delle classi lavoratrici tende a stabilire un fronte di lotta internazionale, la necessità di difesa della borghesia, al di sopra dei conflitti che sorgono dalla natura stessa dei rapporti economici capitalistici, tra gruppi e interessi borghesi, rende inevitabile lo stabilirsi di un fronte internazionale di lotta contro il pericolo della rivoluzione proletaria.

Ma mentre il fronte proletario si fa ogni giorno più ampio e solido (e le persecuzioni della borghesia lo educano alla resistenza ed alla lotta) il fronte capitalistico ha in sé le ragioni della sua debolezza e del suo disfacimento.

I problemi del pagamento dei debiti di guerra, i problemi della produzione e della vendita dei prodotti, i problemi delle materie prime e dei mercati, fanno sorgere nuovi e gravi problemi che si aggrovigliano e si intersecano aprendo contraddizioni economiche e contrasti politici profondi tra le varie nazioni capitalistiche, alla risoluzione dei quali problemi sono vani tentativi le periodiche conferenze e la sottoscrizione di piani e di patti finanziari o di amicizia.

I conflitti fra gli Stati borghesi trovano apparenti e temporanee soluzioni, equivalenti a temporeggiamenti ed a rinvii. In realtà essi si aggravano, e le crisi dei salari, dei viveri, della disoccupazione, dimostrano che quei tentativi sono compiuti sulla pelle delle classi povere, degli operai e dei contadini, i quali vedono prospettarsi i giorni della fame, quando non furono già colti dai tormenti della fame o non ne morirono.

Lo stesso piano Dawes, il quale può rappresentare un ingegnoso metodo trovato dal capitalismo per assoggettare la Germania al capitalismo anglo-sassone, perché evita anche la presenza della guardia di colore dinanzi alle case degli operai tedeschi, che offende il puritanismo ipocrita degli affamatori di Londra e di New York; lo stesso piano Dawes, decantato ed osannato, significa un conflitto anglo-franco-germanico a brevissima scadenza.

Il proletariato tedesco dovrà lavorare 10 ore, 12 ore al giorno per permettere al governo dei suoi padroni di soddisfare il pagamento delle quote annuali del piano Dawes.

Ma, per pagare la Germania dovrà vendere, e per vendere dovrà conquistare i mercati, e per conquistare i mercati dovrà stabilire prezzi di concorrenza sui suoi prodotti. Ma la concorrenza dovrà essere fatta particolarmente ai danni dell’Inghilterra, cioè a danno degli operai inglesi. Questo meraviglioso tentativo di sistemazione del conflitto capitalistico tedesco-intesista-americano, è un raffinato espediente per strangolare il proletariato tedesco e metterlo contro il proletariato inglese.

Il proletariato italiano saluta il forte ed eroico proletariato della Germania, l’esercito di Carlo Liebknecht e Rosa Luxemburg, uccisi sei anni or sono dai servitori della borghesia tedesca, ed augura loro di vincere per lacerare il piano Dawes e tutti i trattati che i filistei di Versaglia e la borghesia tedesca stipulano per affamarlo...

Presidente: Onorevole Grieco, la prego di riflettere che parliamo della legge elettorale...

Grieco: E non parliamo della crisi del proletariato inglese, il cui enorme esercito di disoccupati è mantenuto dallo sfruttamento dei colonizzatori sul proletariato delle colonie, sul lavoro degli schiavi delle colonie, degli schiavi dell’India, dell’Egitto, dell’Australia, i quali hanno tutto, tutto l’appoggio dei lavoratori del mondo nella sanguinosa lotta che combattono per la loro liberazione.

E la situazione dei popoli balcanici nella vicenda delle alleanze e dei conflitti (pedine della politica imperialistica dei paesi dell’Occidente) non è essa un tipico esempio della crisi europea e mondiale del capitalismo, insanabile? E la strada su cui si pone la Francia dei diritti dell’uomo e di tutte le sifilidi (rumori) e la reazione che scatena contro le classi lavoratrici della Francia, non è un segno della crisi economica e sociale che approfondisce in questo paese?

Ed osserviamo la situazione del nostro paese dopo la guerra. La nostra borghesia si è trovata, di fronte all’impeto delle classi lavoratrici, nell’impossibilità di risolvere la crisi che anche per essa si è aperta, ma non rinunciando certo ai tentativi più disperati per risolverla.

Il proletariato italiano ha perduto, nel 1918/20, l’occasione di vincere la borghesia e d’impadronirsi del potere politico. La rivoluzione è solo in piccola parte un problema di volontà. Quelli che ci dicono talvolta: se volete la rivoluzione perché non la fate? oppure: quando fate questa benedetta rivoluzione? non sono provvisti di quegli elementi indispensabili ad ogni comunista, ad ogni marxista per determinare le possibilità della insurrezione e dell’epoca nella quale essa dovrà scoppiare. Nel 1919 noi abbiamo avuto gli elementi obiettivi per la rivoluzione operaia. La situazione reale, i rapporti di forze politiche in moto, erano ordinariamente favorevoli ad assicurare la vittoria rivoluzionaria delle classi lavoratrici.

Una voce: Non ne avete avuto il coraggio.

Grieco: Ma al proletariato mancò il partito di classe che possedesse una chiara, evidente dottrina rivoluzionaria, ed una forte organizzazione. È evidente che la critica al periodo 1918/20 deve principalmente contenere una critica al Partito Socialista. Il Partito Comunista è sorto dalla critica degli sviluppi di questa situazione, come partito dell’avanguardia rivoluzionaria della classe lavoratrice.

Ma se la borghesia ha vinto contro le organizzazioni dei lavoratori, non ha niente affatto risolto la sua crisi, la quale oggi si presenta ben più di una tale gravità che non può essere celata dalla scenografia del fascismo e dai canti di guerra delle camicie nere. Ma perché, o signori, la crisi della società borghese non è stata risolta malgrado la sua vittoria armata contro il proletariato?

Non era stato detto da molti, da tutti i rappresentanti della nostra borghesia, che l’ostacolo il quale impediva l’assetto politico economico e sociale del dopo-guerra era la minaccia bolscevica?

Noi abbiamo letto che qui e nell’altra Camera, pochi giorni addietro, è stato affermato, dal capo del fascismo, che esiste un pericolo bolscevico, e ciò a distanza di oltre due anni dal 1922. Perché l’ordine fascista è turbato da questo incubo dell’insurrezione proletaria?

Mussolini: Non è turbato...

Grieco: Non ha esso, alfine, restaurato il principio dell’autorità dello Stato, assicurato il profitto al capitalismo industriale ed agrario, creato il benessere – come ci viene ripetuto – alle classi lavoratrici? E come mai sullo sfondo di questo arcadico paesaggio salterebbe fuori l’ossessione punica del pericolo bolscevico?

Gli è, o signori, che la violenza a cui ha potuto ricorrere la borghesia per spezzare l’impeto rivoluzionario delle classi lavoratrici ha solo alla superficie creato l’apparenza di un ordine – così per dire – ricostituito. La crisi italiana si è aggravata. Qualunque altro espediente sarà trovato dalla borghesia italiana per correre ai ripari, non potrà che renderne sempre più evidenti le proporzioni. Il fascismo è stato ed è la guardia della borghesia.

Mussolini: Ma se una parte della borghesia è contro di noi...

Giunta: E noi l’abbiamo salvata!

Grieco: Esso è sorto...

Presidente: Onorevole Grieco le devo ricordare che a norma del regolamento si può leggere solo per la durata di un quarto d’ora. Trascorso quindi un quarto d’ora io toglierò la parola se ella continuerà a leggere.

Voci dall’estrema sinistra: Comincia male!

Grieco: Esso è sorto, alimentato ed armato dalle forze capitalistiche e dai partiti borghesi, dai partiti e dai governi i cui uomini, in gran parte, fanno oggi il vieni meco alle classi lavoratrici per servirsene a cavar la castagna fascista dal potere (interruzioni, rumori).

Ma il fascismo non ha risolto nessuno dei problemi vitali della crisi economica italiana, ma, limitandosi alle eccentricità di una politica di dubbio gusto provincialesco, le quali non hanno fatto diminuire la circolazione cartacea, hanno deprezzato la moneta in modo non raggiunto mai fino ad oggi, hanno rialzato i cambi, hanno ricacciato i salari operai a ciò che erano 25 anni fa (rumori vivissimi), hanno affamato i contadini poveri...

Una voce dall’estrema destra: Ma questa è una menzogna volgarissima!

Grieco: ... hanno portato il costo della vita a cifre inverosimili. La situazione economica è aggravata. Le arti della ragioneria generale dello Stato e i discorsi del Ministro delle Finanze non possono distruggere questa realtà: le condizioni degli operai e dei piccoli contadini, dei salariati rurali, della piccola borghesia sono disperate. Il cosiddetto pericolo bolscevico (interruzioni, rumori) ...

Presidente: Non interrompano, onorevoli colleghi. E lei continui a parlare onorevole Grieco!

Grieco: ... il cosiddetto pericolo bolscevico, cioè la possibilità permanente della insurrezione delle masse operaie e contadine, cresce in diretto rapporto con l’aggravarsi di questa situazione generale. Il pericolo bolscevico è il riflesso della vostra impazienza. In questo senso la minaccia insurrezionale del proletariato è all’ordine del giorno, e la politica fascista ne precisa i bersagli, ne chiarifica l’ampiezza per tutta l’area.

Signori, per noi non esistono pregiudiziali morali che possano valere a distaccare alcuni capi fascisti della classe borghese, dalla classe nel cui interesse essi hanno compiuto i delitti da cui nasce la questione morale. Il trincerarsi dietro pregiudiziali morali è sempre servito a mascherare l’opportunismo politico od il tradimento verso i propri programmi e le proprie dottrine. Nel passato abbiamo avuto altri episodi di pregiudiziali cosiddette morali. L’anticlericalismo borghese è diventato un terreno per un accordo tra i partiti della democrazia ed i partiti del proletariato allo scopo di attutire i contrasti di classe ed aggiogare, così, il proletariato agli interessi della borghesia. Più tardi un’altra parte dei dirigenti proletari ha trovato, in un’altra pregiudiziale, il terreno su cui effettuare il suo passaggio al nemico: quella dell’anti germanismo, dell’anti medievalismo, della barbarie teutonica, ecc. Da questo pregiudizialismo morale sono sorte anche – se vogliamo mantenere il gergo – molte immoralità, e sono venuti fuori, come sappiamo, i capi del vostro fascismo.

Si cerca, ora, di fare, di un’altra pregiudiziale il perno di tutta la lotta politica italiana. Le opposizioni affermano, anzi, alle masse che il fascismo deve essere combattuto, prevalentemente, come espressione di delinquenza comune, e non invece – come noi affermiamo – quale espressione di tutta la società borghese, nel suo complesso, e quindi anche delle opposizioni.

E, infatti, o signori, chi ha finanziato il fascismo? Onorevole Giolitti chi ha fornito armi e munizioni ai fascisti? (ilarità, commenti). Chi, se non il duca Di Cesarò ed i popolari erano al governo con i fascisti durante la strage di Torino? Chi, se non gli attuali massimalisti, che nel maggio 1921 firmarono il patto di pacificazione del quale l’assassinio Matteotti, se ben si consideri, è naturale filiazione? Chi ha fornito all’avvento fascista il necessario ministero Facta di cui faceva parte l’onorevole Amendola come ministro delle colonie (ilarità) suo malgrado, e non alla guerra, per volontà fascista?

Il giudizio sui capi fascisti sarà pronunciato, non c’è dubbio, quali siano le vicende della polemica attuale fra le varie correnti politiche borghesi, nello stesso momento in cui tutta la borghesia sarà giudicata dai tribunali rivoluzionari, (commenti) in assenza di altre istanze. In questo momento il giudizio verso il fascismo sarà davvero ampio: esso sarà il giudizio contro gli istituti borghesi rappresentativi ed esecutivi, dagli altissimi ai minori.

La morale non ha mai regolato gli sviluppi storici della società. La morale proletaria è quella di prepararsi a sconfiggere con la forza il suo nemico e ad impadronirsi del potere politico. Questa nostra affermazione di principio non significa che noi rinunciamo a determinare le responsabilità individuali. Non è per noi senza significato e senza importanza che un capo di governo borghese possa essere accusato, e presso l’opinione pubblica piccolo borghese convinto di partecipazione ad un delitto. In questo senso la questione morale ha per noi una portata rivoluzionaria. Essa è l’indice di una totale disintegrazione della società. Dopo il delitto Matteotti, il cui processo vero non sarà fatto nelle aule cui presiede la giustizia del malaffare (rumori vivissimi)...

Rocco (Ministro della Giustizia): Protesto a nome della magistratura italiana, Non permetto che si dica così (applausi vivissimi).

Pelizzari: È lei un uomo di malaffare, se dice questo

Presidente: Onorevole Grieco, la richiamo all’ordine.

Grieco: ... Noi ponemmo la lotta contro il fascismo come problema immediato, ma sapevamo che l’abbattimento del fascismo avrebbe voluto dire insurrezione proletaria.

Fu subito allora che le opposizioni mostrarono la loro natura, alle masse più accorte: i partiti socialdemocratici che delle opposizioni fanno parte, con discorsi reticenti, con allusioni furbesche, con articoli miracolisti, dettero ad intendere alle masse che il fascismo sarebbe stato abbattuto dalle opposizioni.

Molte masse hanno creduto, dapprima, che le opposizioni avessero armi ed armati (Meravigliosa perspicacia delle masse che sanno come si risolvono certe situazioni): ma le opposizioni avevano soltanto dei documenti!

Ora quei partiti socialdemocratici, che hanno tutto un seguito di masse, dovendo compiacersi della propria tattica, vogliono che sia riconosciuto che l’unica lotta contro il fascismo è stata quella condotta dalle opposizioni. Noi dobbiamo dire alle masse che questa tattica non ha servito se non a permettere che il governo rafforzasse le sue posizioni: i tentennanti capi dell’Industria e dell’Agricoltura hanno, infatti, deciso di non abbandonare il fascismo. La politica pacifica dei partiti socialdemocratici è certamente una formidabile alleata del fascismo. Altro che la strampalata alleanza tra noi e il governo di Mussolini attraverso Mosca!

La politica pacifista e la campagna morale generano indubbiamente antifascismo, ma di quello che resterà in attesa che quattro o cinque strateghi del parlamentarismo gli ammanniscano il democratico governo ben fatto, e prendano la cura di spazzare via il fascismo!

Poiché il problema dell’abbattimento del fascismo è il problema dell’abbattimento del regime borghese, esso non può essere risolto se non dalle grandi masse operaie (interruzioni) e contadine, attraverso una preparazione ed una propaganda quotidiana ostinata ed intensa che dia a tutte le masse questo convincimento: la lotta contro il fascismo sarà opera degli operai e dei contadini.

Sul cadavere del fascismo passerà solo il proletariato vittorioso (commenti, rumori). Chi non riconosce questa verità ha talvolta, lo sappiamo, degli atti di disperazione e delle parole gravi, dai quali esce più facilmente lo sterile tentativo terroristico individuale che, peraltro, è sintomo di un disagio che non si può definire per timore della verità rivoluzionaria che ne balzerebbe fuori.

È il proletariato che deve succedere al fascismo (e quando usiamo in questo modo la parola fascismo consideriamo quel periodo più o meno lungo in cui la borghesia ricorre a mezzi straordinari di lotta contro il proletariato, non preoccupandosi di vedere o non, al governo, il signor Mussolini). È il proletariato che deve succedere al fascismo, con i propri istituti di Stato, che la esperienza ci dice essere i consigli degli operai, dei contadini e dei soldati,

Le masse intermedie fasciste della sesta giornata, in attesa della giornata settima dell’antifascismo, queste masse non hanno una soluzione della crisi storica del capitalismo. Queste masse dovranno convincersi che solo gettandosi coraggiosamente dalla parte della classe lavoratrice potranno un giorno veder tutelati i loro interessi ed uscire dalla pidocchiosa miseria in cui pregiudizi borghesi e le convenzioni sociali attuali danno i contrasti della tragedia.

Non è quindi solo per una pregiudiziale morale che noi siamo contro il fascismo. Se mai, esiste un duello a morte tra due morali: quella del capitalismo borghese e quella della rivoluzione proletaria.

Così il nostro atteggiamento parlamentare non ha l’ostacolo di pregiudizi morali. Se noi fossimo sensibili ai pregiudizi della morale piccolo borghese corrente, per lo meno quanto lo sono i nostri socialdemocratici, evidentemente diserteremmo il parlamento, perché nulla ci parrebbe più offensivo alla nostra onorabilità di frequentare questo ambiente (commenti, interruzioni). Ma noi non abbiamo scrupoli di tale natura. Noi ci serviamo del parlamento per agitare le nostre parole d’ordine, come di un’occasione per l’agitazione e la propaganda. Ecco perché oggi interveniamo a questa discussione.

Qual è la situazione nella quale viene presentata la riforma elettorale?

Una voce: Finalmente!

Grieco: Tutte le vostre vie conducono alle elezioni (commenti, ilarità).

Qual è la situazione nella quale viene presentata la riforma della legge elettorale? Vi è un conflitto parlamentare tra il fascismo e le opposizioni. La borghesia, dopo aver affidato al fascismo la difesa del regime e le redini del potere, cerca di moralizzare il fascismo di governo. In questo fatto si legge uno dei sintomi della crisi generale della borghesia, sintomo di verifica che si ha anche in altri paesi d’Europa: la impossibilità per la borghesia di costruire governi stabili. La frequenza delle elezioni in Francia, in Inghilterra, in Germania ed in Italia dimostrano la tormentosa ricerca di un governo. Neppure i governi conservatori, neppure le dittature fasciste sono stabili. Il fascismo nel 1925 non vorrà confermare la formula del 12 per 5 delle quali radiose giornate dell’autunno 1922 (interruzioni). Il governo più stabile che vi sia in Europa è il governo dei Soviet...

Mussolini: Perché non c’è!

Grieco: Questa stabilità del governo dei Soviet non è il prodotto della applicazione di un sistema di terrore e di violenza ... (interruzioni, commenti). Il governo di Mussolini dovrebbe essere bene informato a questo riguardo.

Mussolini: Di fatti c’è la crisi Trotzki, la quale dimostra che non c’è nulla di solido nemmeno là.

Grieco: D’altro canto, ancorché fosse vero che la stabilità dell’Unione Soviettista fosse il risultato di un regime di violenze, bisognerebbe riconoscere che la borghesia non può più salvarsi neppure con un regime di violenza, e che la violenza ha valore solamente se accompagni un processo storico rivoluzionario e profondo (applausi dei comunisti, interruzioni dagli altri banchi).

Nel conflitto tra fascismo ed opposizioni non si riscontra un conflitto tra il parlamentarismo costituzionale ed un regime antiparlamentare. Il fascismo non è né per l’uno, né per l’altro; e forse anche per questo motivo dovrà essere sostituito al governo. Il fascismo non ha il coraggio di essere un sistema parlamentare, ma non può neppure essere una dittatura effettiva (interruzioni). Dopo tanto parlare di forza e violenza, il fascismo escogita delle soluzioni parlamentaristiche. Le elezioni e le leggi elettorali che esso escogita, appartengono allo spirito del più basso parlamentarismo... (interruzioni). Il conflitto fascismo opposizioni, che prepara i più impensati avvenimenti di cronaca, si deve interpretare con un bisogno della classe borghese di trovare una via d’uscita dalla crisi che la minaccia. Se esiste un pericolo comunista, ciò dimostra che voi siete in fallimento (interruzioni). Volevate spezzarci la schiena e noi siamo più forti. L’orientamento verso il comunismo da parte degli operai e dei contadini è assai più vasto di quanto non fosse nell’autunno 1922, e forse anche nel 1919/20... (interruzioni, commenti). Se ne manifestano ogni giorno i segni.

Qual è stata la lotta effettiva delle opposizioni al fascismo? Le opposizioni hanno negato che la lotta contro il fascismo potesse essere posta sul terreno della forza. E perché? Perché la lotta violenta contro il fascismo significa la chiamata in lizza del terzo fattore della situazione: la classe lavoratrice, la quale, quando si muoverà, non si fermerà a sottoscrivere i principi politici del governo democratico (commenti).

Noi non vogliamo negare che larghi strati medi siano stati conquistati da questa campagna; ma ancora quando il censimento di questi strati desse alle opposizioni la constatazione d’essere seguite da numerose schiere, sarebbe per questo risolta la lotta antifascista?

Le opposizioni non si possono mettere sul terreno della forza, il quale rappresenta un pericolo per le sorprese dell’apparizione del terzo fattore della situazione, degli operai e dei contadini.

Il recente colpo di forza del governo fascista contro le opposizioni ha dimostrato la debolezza dell’opposizione e la insufficienza dei suoi metodi di lotta. Peraltro è prevedibile che si giungerà al compromesso. Al compromesso tra fascismo ed opposizioni (commenti, interruzioni, rumori).

Mussolini: No, no...

Grieco: Al compromesso tra fascismo ed opposizioni si giungerà attraverso sorprese nella situazione e attraverso vicende più o meno lunghe. Noi vediamo il compromesso in una sintesi dello sviluppo della situazione: da un punto di vista che chiameremo storico. Non possiamo prevedere la forma di questo compromesso e quale ne sarà la portata; ma, da esso il fascismo, come movimento, non uscirà debellato. La borghesia avrà ancora bisogno del fascismo. Le forze borghesi si unificheranno contro il proletariato. Noi assisteremo al superamento di molte pregiudiziali morali non risolute.

Noi ripetiamo oggi la stessa affermazione fatta all’indomani del delitto Matteotti, affermazione che è divenuta il tema accettato da larghe masse di lavoratori: nell’intervento del proletariato nella lotta è la soluzione che noi diamo alla crisi della società borghese italiana: soluzione soviettista. Stato Operaio. Trova un vasto consenso la parola della costituzione dei comitati operai e contadini, per la riscossa contro il fascismo e contro la borghesia. Nelle città e nelle campagne si manifesta un orientamento delle classi lavoratrici verso il programma di lotta indicato dalla Internazionale Comunista, dal quale discende la tattica del governo contro le organizzazioni proletarie.

Gli ultimi provvedimenti di polizia sono stati certamente emanati per colpire i lavoratori, le loro organizzazioni, la loro stampa (rumori). Gli arrestati appartenenti ai partiti borghesi sono stati presto rimessi in libertà; la stampa borghese non è stata soppressa. Le riforme dei codici, che si annunciano, saranno certamente intonate al concetto di aumentare il rigore delle leggi contro ogni attività politica del proletariato. Il progetto di legge sulle associazioni, poiché non sarà mai, ripetiamo mai, applicato contro la massoneria, tende ad ostacolare l’organizzazione rivoluzionaria del proletariato che, peraltro, saprà affrontare anche questa nuova persecuzione (rumori).

La stessa legge elettorale è un mostruoso e provocatorio provvedimento per annullare in diritto ed in fatto il suffragio universale. Il suffragio universale rappresenta una conquista politica del proletariato. È vero che esso serve egregiamente all’esercizio della dittatura borghese, ma salva i principi e riconosce l’uguaglianza del voto per tutti i cittadini.

La presentazione di questo progetto di legge dimostra che le organizzazioni proletarie sono una forza sempre più imponente. Quando nel 1919 la minaccia proletaria incombeva sulla borghesia, fu allestito il progetto di legge col sistema della proporzionale, il quale decurtò notevolmente il numero dei rappresentanti, al parlamento, della classe lavoratrice. Il 6 aprile scorso si comprese che col sistema proporzionale le forze proletarie avrebbero avuta una affermazione notevolissima, e fu immaginata una legge truffaldina che doveva assicurare al governo, con l’ausilio di una organizzata per il broglio e la violenza, la vittoria. Oggi si ritiene che la legge del 6 aprile darebbe, malgrado tutto, delle sorprese. Ed allora si escogita una più combinata legge nella quale sono studiati attentamente i modi per impedire che gli operai e i contadini possano affermarsi come forza politica preponderante della nazione (rumori).

Noi osserviamo questo progetto di legge come un sintomo della situazione generale. Noi ci rivolgiamo alle masse per dire loro che nessun governo della borghesia concederà il diritto del vero suffragio universale e del libero voto. Non è attraverso la conquista della maggioranza degli istituti rappresentativi che il proletariato vincerà la borghesia. Comunque la conquista di questa maggioranza è impossibile.

La proposta di legge attuale conferma e rende chiara, anche agli elementi più arretrati, questa verità: la borghesia esercita il suo dominio con la dittatura. Ebbene, gli operai e i contadini eserciteranno il loro dominio con la dittatura.

Noi possiamo trovare migliore o peggiore una legge e possiamo trovare che la legge che si discute è peggiore della precedente e che quella è peggiore di quella che l’ha preceduta. Tali constatazioni, specialmente in questa situazione, hanno una importanza assai relativa.

Il disegno di legge è un ottimo argomento per la nostra propaganda rivoluzionaria e noi lo commenteremo adeguatamente alle masse. La nostra tattica elettorale vuole che noi profittiamo dei comizi per agitare il nostro programma rivoluzionario.

Noi non abbiamo una pregiudiziale (interruzioni) elettoralistica come non ne abbiamo una antielezionista. Non è improbabile che interverremo ai comizi che saranno indetti sulla base di questa legge, che sarà certamente adottata...

Voci: Ne siamo convinti.

Grieco: ... o di altra più spudoratamente reazionaria. Noi diremo agli operai e contadini: vedete a che punto giunge la borghesia per impedirci di vincere? Sulla base del diritto costituzionale voi potreste conquistare la metà più uno dei mandati parlamentari e stabilire un vostro governo; ma quando voi, trascinati da capi legalitari e vegetariani (si ride), vi accosterete, come nel 1919 e nel 1921, alla conquista della maggioranza dei seggi parlamentari o dei comuni, o delle province, la borghesia armerà il fascismo e lo scaglierà contro di voi.

L’ordine costituito lo si difende e lo si combatte fuori del parlamento... Ma se il fascismo parlamentare allestisse una legge democratica dovrebbe domani marciare contro il parlamento uscito dalle sue stesse mani.

Vi sono precedenti di tale natura nella storia, ma è preferibile non ricorrere a queste eventualità. Meglio, per la borghesia, una legge elettorale chiaramente (interruzioni) e decisamente antiproletaria.

Se la storia è una somma di esperienze il nostro proletariato avverte ogni giorno la giustezza della predicazione comunista, la giustezza critica di Marx e della educazione rivoluzionaria comunista di Lenin.

Proprio in questi giorni, l’anno scorso, Lenin moriva. E non è inopportuno ricordare qui il nostro grande maestro, il condottiero della più grande rivoluzione che la storia del mondo ricordi. In questo momento egli è in questo luogo, in questa assemblea (commenti, rumori, proteste).

Voci all’estrema sinistra: Viva Lenin! (i deputati comunisti, in piedi, applaudono).

Pelizzari: Qui però c’è Mussolini.

Grieco: La sua formidabile indagine attorno ai caratteri della dittatura democratica e al parlamentarismo, da cui deriva l’atteggiamento tattico delle masse comuniste di tutto il mondo, ci avverte che tutte le leggi che lo Stato escogita tendono alla sua conservazione. Da questa conclusione Lenin e i leninisti partono per combattere il tradimento pacifista della socialdemocrazia, che si adopera alla formulazione delle leggi antirivoluzionarie dello Stato borghese. Sulla base di questa conclusione, dalla quale è derivata la tattica bolscevica (interruzioni) sull’antiparlamentarismo e sul soviettismo noi abbiamo la certezza che le masse operaie italiane si convinceranno sempre di più della necessità della insurrezione e della guerra civile (commenti, rumori).

Mussolini: La parola a Motta e a Ponti. Avete freddo nella schiena capitalisti! Ha parlato chiaro!

Grieco: Perché la classe operaia è una minoranza della classe lavoratrice, essa non può agire da sola e deve cercarsi un alleato.

Questo alleato non è da ricercarsi nei partiti della democrazia borghese. C’è un alleato storico della classe operaia, il quale soffre la stessa oppressione politica della classe operaia. Questo alleato è la classe dei contadini (commenti). Mai come oggi la classe dei contadini poveri, in Italia, ha sofferto la miseria e la fame (interruzioni, proteste).

Tutte le categorie dei lavoratori della campagna sono in fermento.

Il bill Johnson lo aggrava. La miseria dei braccianti meridionali e le sofferenze dei piccoli affittuari e la situazione dei piccoli proprietari sono tali che non è difficile predire che l’insurrezione delle classi lavoratrici contro il fascismo e la borghesia italiana muoverà dalle campagne.

Gli operai devono tendere la mano a questi fratelli di miseria e di lotta (rumori, interruzioni). Costituzione dei comitati operai e contadini. Ecco la parola d’ordine del partito comunista. Solo i comitati operai e contadini saranno in grado, oggi, di lottare per le rivendicazioni immediate di tutta la classe lavoratrice; solo i comitati degli operai e contadini risolveranno domani il problema della produzione e della distribuzione ed il problema della terra.

In tutti i paesi del mondo si scatena una terribile offensiva contro le classi lavoratrici, contro il proletariato rivoluzionario. All’interno i governi borghesi perseguitano i partiti comunisti e le organizzazioni operaie; all’estero si accordano per sviluppare un attacco contro il primo Stato rivoluzionario della classe lavoratrice. La politica di tutti i governi attuali è ispirata da queste due necessità.

La legge elettorale che oggi viene presentata alla Camera trova una situazione nella quale la stampa operaia è soppressa, le organizzazioni operaie e contadine diffidate a non costituirsi, il partito comunista organizzato clandestinamente.

Tutta una nuova legislazione si prepara per legittimare la lotta condotta in questi anni contro il movimento operaio. Le carceri e i reclusori sono pieni d’operai e contadini...

Una voce: Ma fascisti!

Mussolini: Ce n’è più in Russia! (rumori)

Grieco: Le carceri ed i reclusori sono pieni di operai e contadini condannati talvolta a pene mostruose. La classe lavoratrice lotta per l’amnistia delle sue vittime. La classe lavoratrice imporrà la liberazione dei suoi figli prigionieri. La nuova ondata antiproletaria all’interno, se non ci ha spezzato la schiena la persecuzione del ’20/23, ci trova più saldi e più preparati. Dieci o venti morti proletari saranno una cosa angosciante e penosa, ma in un periodo rivoluzionario il sangue fa germogliare gli eroi, e moltiplica le falangi proletarie. La rivoluzione proletaria sarà. Un carabiniere non basta, onorevole Federzoni, a impedire la marcia proletaria.

Ma noi abbiamo il dovere di difendere i nostri compagni russi dall’attentato che si minaccia alla loro rivoluzione. La Russia proletaria ha combattuto e vinto per tutti i lavoratori di tutto il mondo. Noi dobbiamo restare a fianco degli operai e dei contadini russi ed impedire ad ogni costo che la borghesia mondiale si getti su di loro (interruzioni). Nel nome di Lenin noi giuriamo che il proletariato italiano difenderà la prima rivoluzione, condizione di vittoria per il proletariato mondiale. Salutiamo la Russia comunista, la Russia della dittatura operaia...

Mussolini: Non c’è più!

Grieco: ... la Russia dei consigli, del proletariato del mondo sola ed unica patria (urla). Contro la reazione antioperaia all’interno ed all’esterno i lavoratori resteranno saldi. Tutti i problemi economici, politici, sociali delle classi lavoratrici sono insoluti. Le classi lavoratrici hanno posto all’ordine del giorno la questione del potere. Il conflitto borghesia proletariato è affidato alla forza e la preparazione spirituale e dei mezzi per vincere sul terreno della forza.

Il partito comunista mondiale è l’unico partito che possieda un programma completo di governo operaio. Gettate in faccia ai lavoratori italiani la vostra legge elettorale. I disagi che voi create e le vostre provocazioni si sommano e si scontano. Gli operai e i contadini pagano puntualmente ogni sabato.

EVVIVA LA RIVOLUZIONE DEGLI OPERAI E DEI CONTADINI D’ITALIA! EVVIVA IL PARTITO COMUNISTA MONDIALE, IL PARTITO DI LENIN!

(applausi da parte dei comunisti, applausi ironici dei fascisti).
 

(Da L’Unità del 20 gennaio 1925).