Partito Comunista Internazionale Dall’Archivio della Sinistra

"Prometeo"

 

Lettera della Frazione al Segretariato Internazionale
(giugno 1930)


 
 
 
 

Premessa del 1991

Come abbiamo ricordato nel corso dell’articolo che precede, la Frazione italiana non partecipò alla Conferenza Internazionale delle Opposizioni dell’aprile 1930 a causa di un disguido che fece sì che la lettera di convocazione arrivasse ai nostri compagni in ritardo.

Se la Frazione, fisicamente, mancò alla Conferenza ciò non volle significare che essa non intendeva prendere parte al collegamento, che si stava tentando, di tutte le opposizioni esistenti a livello internazionale. D’altra parte, l’adesione all’Opposizione Internazionale non volle dire accettazione incondizionata dell’attività e dei metodi di cui il Segretariato internazionale si serviva; tanto è vero che la Frazione rifiutò di entrare a far parte di questo organismo.

I compagni italiani, pur non essendo presenti, fecero molto di più di coloro che, con la loro entusiastica partecipazione all’incontro di Parigi, davano la loro adesione acritica all’Opposizione russa; i compagni italiani diedero il loro contributo elaborando un documento sui compiti e sui metodi che, a loro parere, il collegamento internazionale doveva fare propri.

La Frazione adottò un atteggiamento d’estrema prudenza.

Vi era una situazione caratterizzata dall’instabilità di tutti i processi che avevano operato in campo economico, politico, e, all’interno delle stesse organizzazioni proletarie, incluse le frazioni di sinistra.

Instabile e destinato a precipitare il processo dell’economia capitalistica, manovrata dalla borghesia in direzione di un impossibile superamento della crisi.

Instabile era il processo della manovra politica del capitalismo di chiudere la pagina formidabile della rivoluzione russa in un plebiscito di osanna alla divinità Democratica, contro "tutte le dittature".

Instabile era il travaglio atroce del proletariato comunista raggruppato in seno ai partiti opportunisti.

Di fronte a tali atteggiamenti oggettivi, vi era però il fatto che le opposizioni di sinistra incontravano difficoltà tanto più gravi quanto maggiore era ancora l’incertezza dello sbocco dei processi economici, politici ed organizzativi che si verificavano.

Gli avvenimenti, che fino ad allora si erano svolti, vedevano il proletariato comunista dominato dall’opportunismo, mentre i gruppi di sinistra erano incapaci di intervenirvi per ristabilire una guida rivoluzionaria.

La Frazione italiana riteneva che, anziché gettarsi in tentativi che davano l’illusione di successi immediati, sarebbe stato più proficuo, ai fini rivoluzionari, la costituzione di frazioni di sinistra nei singoli paesi e la preparazione di quadri dell’avanguardia proletaria: frazioni, però, che non sarebbero dovute nascere attraverso atti volontaristici, ma a contatto delle vive lotte di classe nei singoli paesi e poggianti su solide basi programmatiche, elaborate sulla scorta delle tradizioni del movimento proletario e sul bilancio dei più recenti avvenimenti.

Il documento del 1930, che ripubblichiamo, trasmesso dalla Frazione al Segretariato Internazionale, mette in risalto, alla maniera della Sinistra italiana, cioè rifiutando ogni mascheratura diplomatica, i pericoli cui si sarebbe andati incontro se si fosse tentato di costruire una qualsiasi struttura senza che essa poggiasse su delle solide basi.

La Frazione sapeva benissimo che il suo atteggiamento avrebbe dato il pretesto perché venisse sferrato contro di essa un attacco secondo i vecchi, soliti sistemi; ma, non di meno sapeva che solo la discussione e la critica politica può fare chiarezza.
 
 
 
 
 
 
 

Lettera della Frazione al Segretariato Internazionale

1. I promotori della conferenza hanno precisato che lo scopo di essa era di preparare l’unificazione dei gruppi d’opposizione su scala internazionale. A questo scopo, e con tali funzioni, un Segretariato è stato costituito.

L’importanza di questi avvenimenti non dipende dall’importanza e dalla forza dei gruppi convocati e rappresentati; ma dal fatto che la costituzione di un Segretariato per l’unificazione dei gruppi d’opposizione marca una tappa importante nel processo della crisi comunista, sicché un’impostazione del lavoro iniziale, sia dal punto di vista programmatico e generale che dal punto di vista organizzativo, impostazione che non garantisce da un indomani di confusione e di sperdimento, può condurre a conseguenze funeste che aggraveranno il processo della crisi comunista (benché l’intenzione dei promotori è evidentemente la contraria).

In effetti, l’unica salvezza al precipitare della crisi comunista, è fornita dal proiettarsi, nell’orizzonte delle lotte del proletariato, dello sforzo di reazione offerto dalla sinistra all’imperversare della truffa, delle manovre, degli imbrogli e degli assassini dell’opportunismo, impadronitosi della direzione dell’Internazionale Comunista.

Marcare il difficile corso di sviluppo della sinistra comunista – su scala nazionale ed internazionale – con la convocazione di una Conferenza impostata su basi false, significa preparare le condizioni che faranno offuscare la visione della salvezza del movimento comunista attraverso una polarizzazione intorno alle frazioni di sinistra. L’unificazione eventuale di queste, essendo soggette a crisi profonde, per gli iniziali errori, porterà – dopo un primo momento di sollievo ed anche d’entusiasmo dell’avanguardia proletaria – ad una grave dispersione che, lungi dal farci avanzare, ci farà retrocedere nel compimento della nostra missione al servizio della causa rivoluzionaria.
 

2. Lo svolgersi dell’attività dei gruppi d’avanguardia proletaria è condizionato dall’esame dei rapporti di forza fra le classi, dal grado raggiunto dall’opportunismo nella sua funzione di corruzione dell’avanguardia proletaria, di dispersione e di degenerazione del movimento proletario in generale.

La difesa del carattere comunista dell’Internazionale Comunista è certamente stata – per il proletariato – una questione che rappresentava difficoltà enormi, molto maggiori di quelle offerte, ad esempio, dalla difesa del carattere proletario dei partiti della Seconda Internazionale. La vittoria rivoluzionaria in Russia ha rappresentato, e rappresenta tutt’ora, il punto di rottura del regime storico del dominio del capitalismo, non solo in Russia, ma nel mondo intero. Ad una funzione di così grandiosa importanza, dovevano corrispondere difficoltà e pericoli altrettanto gravi.

La marcia degli avvenimenti della lotta di classe, su scala mondiale, ha contrassegnato l’andamento ed il progredire delle soluzioni non comuniste nella Russia e nell’Internazionale.

Dopo il trionfante lavoro per la costituzione dei partiti comunisti, nell’atmosfera infiammata dell’immediato dopo-guerra, abbiamo conosciuto un successivo arresto in un periodo di attenuazione passeggera delle manifestazioni della crisi del capitalismo. In questo periodo ha avuto inizio il processo di raccoglimento degli elementi e delle ideologie non comuniste, ed il principio della lotta contro le correnti proletarie e comuniste. Allora si verificava la disfatta tedesca, si preparavano le batterie della lotta contro il "trotzkismo", e si metteva la Sinistra Italiana nella necessità di rinunciare alla direzione della lotta rivoluzionaria in Italia, benché la maggioranza stragrande del partito ve la avesse chiamata. La successiva riacutizzazione della crisi del capitalismo in Europa e nelle colonie, ha trovato il processo di raccoglimento delle forze contrastanti nel seno della Russia e dei partiti comunisti, ad un punto di consolidazione, soprattutto per quanto concerne le forze dell’opportunismo.

Gli avvenimenti in Inghilterra, in Cina ed in Russia si svolgono sotto il segno di un impetuoso avanzare delle masse in Inghilterra ed in Cina, e di un imperversare della campagna dell’opportunismo contro la sinistra del partito russo, nel partito italiano e contro tutti i gruppi od elementi che negli alti partiti osavano levare la loro voce in appoggio del capo della sinistra russa, del compagno Trotzki.

Il fatto che in Inghilterra ed in Cina non esisteva una frazione di sinistra – o quanto meno una corrente capace di trasformarsi al ritmo degli avvenimenti in frazione e di prendere la guida dei movimenti delle masse – ha portato al successo, ad un tempo, del capitalismo e dell’opportunismo, ed alla disfatta delle masse e dell’azione della sinistra nel seno dell’Internazionale.

A questo periodo fa riscontro, nell’interno dei partiti, un’azione della sinistra tendente ad ostacolare i successi dell’opportunismo, ad operare un raggruppamento delle forze proletarie e comuniste, nel quadro delle tendenze agenti nel rispetto della disciplina interna dei partiti.

Il XV Congresso del partito russo, il successivo Esecutivo Allargato dell’Internazionale, gli avvenimenti che avevano preceduto queste consultazioni, posero le tendenze di sinistra di fronte all’obbligazione di trasformarsi in frazioni aventi per obiettivo di raggruppare la parte più sana dell’avanguardia proletaria, affinché questa potesse resistere al dilagare dell’opportunismo, e – intervenendo con posizioni politiche ed organizzative autonome a tutte le manifestazioni dell’attività dei partiti comunisti – potesse altresì incunearsi nella ripresa dei movimenti rivoluzionari come la base della rapida formazione della indispensabile direzione rivoluzionaria.

I successi del capitalismo fino al 1927, il più importante fra tutti quelli del trionfo dell’opportunismo nel seno dell’Internazionale, hanno reso estremamente difficile il lavoro di enucleazione delle frazioni di sinistra. Dall’altra parte, le circostanze materiali avendo messo in condizioni estremamente difficili di collegamenti internazionali il gruppo della sinistra russa, il corso di queste difficoltà obiettive si è sensibilmente aggravato dal fatto che, con obiettivi diversi da quelli di una frazione, con basi politicamente estremamente confuse, alcuni gruppi (Ruth Fischer, Contre la Courant, Redressement Communiste) hanno assolto il compito di centro di collegamento internazionale. A tutte queste manifestazioni la Sinistra italiana è stata costantemente estranea, malgrado le tesi di Pjatakov scritte contro di essa nel 1927.

Quando al trionfo della destra ha fatto posto, nel seno dell’Internazionale, il trionfo del centrismo obbligato ad inquadrare tutta la sua attività nella direzione di una lotta accanita e sanguinosa contro la sinistra; quando è stato instaurato il corso di zig-zag dell’utopismo anticomunista, allora le frazioni si sono viste nella necessità di stabilire una serie di posizioni politiche autonome per intervenire non obbligatoriamente in tutte le manifestazioni della politica centrista, ma per intervenire in modo diretto nel processo della lotta di classe, senza passare attraverso le rotaie dell’attività dei partiti comunisti ufficiali.

Altrimenti le frazioni sarebbero state sommerse dal flusso delle catastrofi dell’utopismo centrista, e le masse avrebbero confuso la politica del centrismo con la politica del comunismo, deviando per conseguenza verso l’anarchismo o la socialdemocrazia.

Nella fase attuale che contrassegna il rassodarsi della controffensiva del capitalismo, l’estremo acutizzarsi della crisi dei partiti comunisti, l’evoluzione criminale della politica centrista, il problema essenziale per le frazioni comuniste appare questo: "DELINEARE UNA PROPRIA ATTIVITÁ. CIRCOSCRIVERE LE PROPRIE POSIZIONI POLITICHE, APPELLARSI IN MODO DIRETTO AL PROLETARIATO. PROIETTARE I BINARI DELLA FRAZIONE COME I SOLI CHE POTRANNO INCANALARE LA SOLUZIONE COMUNISTA DELLA CRISI".
 

3. È di un’evidenza incontestabile che una tale funzione può essere assolta solo come il risultato di un coordinamento delle frazioni su scala internazionale. Quanto è detto al punto e si riferisce all’indicazione delle condizioni obiettive favorevoli alla costituzione di un Segretariato Internazionale delle Opposizioni.

Resta da stabilire come, con quali compiti, su quale base programmatica, con quali sistemi organizzativi un tale ufficio deve lavorare per giungere all’unificazione delle opposizioni nello stato attuale dei gruppi nei diversi paesi.

In questo campo, come negli altri, l’esperienza ha un valore altissimo d’insegnamento.

Il fattore più suggestivo in questo campo appare quello dell’esame dell’azione della sinistra nel seno dei vecchi partiti socialisti e nel seno della Seconda Internazionale.

A questo proposito, quanto occorre sottolineare con la massima evidenza, è il fatto che il tradimento del 1914 aveva posto in modo brutale e diretto le condizioni obbiettive per la costruzione della Terza Internazionale. Il fatto che Lenin abbia atteso degli anni per dare la parola della costruzione dei partiti comunisti, va spiegato unicamente in considerazione dei rapporti fra le classi durante la guerra. Ma per quanto concerne i rapporti fra le reazioni proletarie dei diversi paesi al tradimento del 1914, questa esperienza deve essere considerata tenendo bene presente che l’atto conclusivo della morte della Seconda Internazionale era già stato scritto.

Il fatto che i bolscevichi erano a Zimmerwald ed a Kienthal a lato d’opportunisti della peggiore risma, ed il fatto che questo non abbia avuto conseguenze gravi per gli stessi bolscevichi (e Lenin aveva preso delle precauzioni organizzative e politiche di primo ordine) si spiegano con la considerazione già fatta che la Seconda Internazionale era crollata, che il movimento proletario – per quanto si riferisce ad organizzazione – era raso al suolo, che si trattava di ricostruire non immediatamente la nuova internazionale, ma di appoggiare l’azione internazionalista contro la guerra imperialista.

La situazione attuale è invece caratterizzata dal fatto che la Terza Internazionale non è crollata, che la dittatura del proletariato non è crollata, che il movimento comunista non è raso al suolo. Naturalmente tutte queste devono essere seriamente considerate come prospettive delle situazioni del domani, e le frazioni devono prepararvisi. Oggi si tratta di evitare queste catastrofi, e soprattutto di rotolare anche noi – frazioni di sinistra – in queste catastrofi. Ora si può rotolare sia per un’erronea concezione della politica fallimentare del centrismo, sia impostando in modo falso i problemi nazionali ed internazionali delle frazioni di sinistra.

In effetti, nulla esclude, anzi tutto fa prevedere che i movimenti delle masse riprenderanno malgrado il dilagare dell’opportunismo centrista (ed in grande misura per l’azioni delle frazioni), e che quindi prima della catastrofe, le frazioni di sinistra potranno rimettersi alla direzione dei movimenti proletari. Un passo falso nella direzione internazionale, minaccia di annullare la possibilità, per le frazioni, di rimettersi alla testa dei movimenti.
 

4. I compiti di un’avanguardia proletaria, nei quadri d’ogni paese, e sulla scala internazionale, si concepiscono come un’applicazione della politica internazionale del proletariato alla situazione politica del paese dove si agisce. La cognizione di questa politica internazionale viene acquistata dall’avanguardia di ogni paese come il risultato di una viva esperienza della lotta di classe, di un’assimilazione di questa esperienza, di un assieme di regole politiche generali stabilite, applicate con il sistema marxista di indagini dei fenomeni sociali ed economici. È spiegabilissimo che i gruppi d’avanguardia che vivono ed agiscono nell’ambiente sociale ove i contrasti di classe sono più acuti, forniscano agli altri gruppi la più alta partecipazione al lavoro di inquadramento teorico programmatico. Quello che è inconcepibile è la sostituzione dell’indagine delle condizioni politiche del gruppo agente nell’ambiente sociale più arroventato dai contrasti di classe, è la sostituzione all’indispensabile sforzo di assimilazione delle esperienze di classe vissute, o delle esperienze di classe subite dal proletariato di un paese determinato.

All’ora attuale si concepisce un utile lavoro del Segretariato Internazionale, nel senso in cui esso è il risultato di una confluenza in un cammino bene contraddistinto dal punto di vista programmatico delle esperienze fatte da ciascuna avanguardia nel lavoro difficile di stabilire una linea politica comunista contro il capitalismo e nel corso dell’imperversare dell’opportunismo centrista.

Non si concepisce affatto un utile lavoro se lo si considera come un prolungamento meccanico delle posizioni politiche dell’opposizione russa, patrocinato da elementi disparati che in precedenza avevano navigato in diverse direzioni, e che si raggruppano con l’evidente intenzione di salvare il movimento comunista, e che non per queste buone intenzioni si preserveranno dall’inevitabile crisi successiva, dal successivo sperdimento.

Per ridurre al minimo, sin da oggi i pericoli delle crisi di domani, o – quanto meno – per circoscrivere fin da oggi nei limiti di dissensi inevitabili di tattica, le crisi di domani, occorre sin da oggi precisare e stabilire dei limiti programmatici non accettati attraverso una insufficiente adesione di una o più persone, ma attraverso un riesame degli avvenimenti passati e soprattutto dei più recenti, per provare che la non adozione delle tesi dell’opposizione russa in ogni paese hanno portato alla crisi attuale. Questo si traduce nella richiesta di una piattaforma, unico mezzo che può inquadrare una organizzazione comunista. Questa piattaforma può fare difetto ed i movimenti possono esistere egualmente; ma allora questi movimenti sono destinati al logorio interno che delude i proletari che erano accorsi al grido di raccolta per lottare per la soluzione della crisi e che sono condotti a nuove delusioni, nelle quali la responsabilità della frazione sarebbe nettamente grave. L’esperienza nel Belgio ed in Germania lo prova. Non prova il contrario invece il fatto che il gruppo Contre le Courant, il quale formalmente si era impegnato nel lavoro della elaborazione della Piattaforma, non abbia, con questo, posto alcuna condizione per la rigenerazione del movimento comunista in Francia. In effetti questo gruppo non aveva altra relazione con il movimento proletario che quella di un club la cui occupazione essenziale era di dare in lingua francese gli importanti documenti dell’opposizione russa. Nel senso dell’elaborazione di questi documenti deve essere – a nostro avviso – orientato il gruppo della Verité, se non si vuole pregiudicare delle preziose energie proletarie, e se non si vuole compromettere il lavoro della sinistra in Francia.
 

5. La situazione attuale può essere caratterizzata così: esistono le condizioni per un collegamento internazionale dell’opposizione, ma non esistono delle formazioni in ogni paese capaci di assicurare un’azione efficace di un centro internazionale delle opposizioni internazionali.

Nella situazione attuale quindi non resta che favorire il lavoro preliminare per la formazione del centro internazionale, e questo lavoro preliminare consiste nella formazione delle frazioni nei centri più importanti, in Europa, soprattutto, ma altresì nelle colonie ed in America. Questo lavoro preliminare deve svolgersi sul piano internazionale, nel senso che ogni gruppo deve potere trovare nel Segretariato Internazionale un appoggio ed una sorgente di confronto e d’esame d’esperienza.

Ma a questo fine occorre:
1°) Stabilire un primo documento programmatico (la nostra frazione aveva espresso il desiderio di conoscere il programma presentato dal compagno Trotzki all’VI Congresso mondiale, che avrebbe potuto essere una base per l’inquadramento teorico dell’opposizione).
2°) Costituzione di un centro il quale dia la garanzia che tutti i problemi organizzativi saranno risolti secondo i principi di una reale collaborazione delle formazioni responsabili dei gruppi facenti parte del Segretariato, e giammai attraverso manovre fra elementi particolari, soprattutto se questi sono estranei alle formazioni responsabili dei gruppi.
3°) Risoluto il problema programmatico e quello organizzativo in linea generale, occorrerà stabilire che l’adesione individuale sarà l’unica forma d’adesione alle frazioni.
4°) Attribuire al Segretariato Internazionale, quale funzione essenziale quella di vegliare alla formazione di gruppi in ogni paese ed aiutare questi gruppi alla elaborazione di un sistema di norme politiche desunte dal riesame delle esperienze classiste vissute, alla luce delle norme fondamentali adottate nel documento teorico di guida del Segretariato Internazionale.

Queste sono le proposte che la Frazione di sinistra si propone di difendere, nella situazione internazionale attuale. Per i dissensi che esse rivestono con l’indirizzo che prevale attualmente, ed in attesa della risposta degli organi responsabili eletti dalla conferenza preliminare, la frazione manterrà la sua posizione organizzativa. Cioè di adesione al Segretario perché ne riconosce la necessità, e quindi la partecipazione attraverso l’invio di documenti al Bollettino che sarà creato. Di non partecipazione al lavoro direttivo del Segretariato per le ragioni del dissenso suesposto e spiegato.
 

(Prometeo, n. 31, 1 giugno 1930).