Partito Comunista Internazionale
Il Partito Comunista N. 372 - anteprima
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DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: – la linea da Marx a Lenin, alla fondazione della III Internazionale, a Livorno 1921, nascita del Partito Comunista d’Italia, alla lotta della Sinistra Comunista Italiana contro la degenerazione di Mosca, al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani – la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario, a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco
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– Roma, lunedì 8 giugno 2015: Difendere e organizzare la lotta operaia
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Roma, lunedì 8 giugno 2015
Difendere e organizzare la lotta operaia

Quando i lavoratori lottano per davvero – con veri scioperi, ad oltranza, con picchetti per bloccare merci e crumiri, unendosi al di sopra delle aziende – diviene immediatamente chiaro chi sono i loro nemici e i loro falsi amici.

I lavoratori delle cooperative della logistica, organizzati dal SI Cobas, hanno sperimentato sulla loro pelle questa verità: in cinque anni di lotta hanno fronteggiato le ritorsioni degli industriali e la repressione del loro Stato coi licenziamenti, i pestaggi delle forze dell’ordine, degli scagnozzi padronali, gli arresti, i processi, persino i fogli di via ai militanti e ai dirigenti del sindacato. Ciò nonostante il movimento di lotta operaia, grazie alle generose lotte dei lavoratori, si è rafforzato incessantemente.

I lavoratori hanno dovuto combattere anche contro un nemico più insidioso: i sindacati di regime (Cgil, Cisl, Uil, Ugl). Questi falsi sindacati sono gli agenti del padronato nelle file della classe operaia: utilizzano ogni mezzo per spezzare la lotta, organizzando il crumiraggio, facendo leva sulle false divisioni fra i lavoratori.

Alla Rhiag di Siziano (Pavia), a fine marzo, i capetti dell’UGL hanno guidato un assalto al picchetto degli operai in sciopero. Alla SDA di Roma gli assalitori erano invece iscritti della FILT Cgil Lazio, che con un’infame rivendicazione ha vergognosamente difeso e giustificato la loro vile azione.

Ciò dimostra da che parte stanno queste false organizzazioni sindacali. Ma è prova anche della loro debolezza, di fronte al movimento operaio nel settore logistico ed al suo sindacato, in grande crescita.

La FILT Cgil ha accusato il SI Cobas – con la lotta iniziata il 22 aprile e conclusasi, per il momento, il 20 maggio – di mettere a repentaglio il posto di lavoro dei dipendenti diretti SDA, provocando perdite troppo pesanti all’azienda. Invece di approfittare della lotta dei facchini per far scendere in sciopero gli altri lavoratori del gruppo e ottenere miglioramenti per tutti, la CGIL ha contrapposto i lavoratori in condizioni relativamente migliori a quelli peggio pagati ed in lotta.

Non solo. SDA è di proprietà di Poste Italiane che sta per condurre un attacco ai suoi dipendenti attraverso un piano di ristrutturazione. Un vero sindacato di classe avrebbe cercato di unire alla lotta dei facchini non solo gli autisti delle cooperative e i dipendenti diretti di SDA, ma anche i postali. L’azione del SI Cobas è andata proprio in questa direzione, dando sostegno a Bologna allo sciopero regionale dei postali proclamato dalla SLC-Cgil. A Roma la risposta della FILT Cgil è stata la difesa di quei suoi iscritti che non hanno esitato ad assalire con bastoni i lavoratori in sciopero.

Il silenzio della CGIL confederale, locale e nazionale, come di tutte le sue strutture territoriali di categoria, dalle quali non si è levata una sola voce di condanna, conferma l’approvazione di questo sindacato all’azione di copertura della FILT Cgil Lazio dei suoi iscritti picchiatori. Questo è un ennesimo elemento, di indubbia gravità, che deve insegnare a quei pochi, della corrente minoritaria della CGIL, che hanno dato la loro solidarietà agli scioperanti della SDA di Roma, che la CGIL è irreversibilmente un sindacato di regime e che il sindacato di classe non potrà rinascere che FUORI e CONTRO di essa.

Per i lavoratori la strada da seguire è quella imboccata in questi anni dal SI Cobas il quale ha avuto il merito di unire nella lotta i lavoratori a prescindere dalle differenze di razza, nazione e di religione, favorendo l’unità e la solidarietà fra i lavoratori: lo sciopero è il solo mezzo per difendersi; unire le lotte al di sopra delle divisioni di reparto, di azienda, di categoria; partecipare agli scioperi a prescindere dal sindacato che li proclama, sia esso anche la CGIL, perché l’unità dei lavoratori è la migliore arma contro il sindacalismo di regime. Va inoltre intransigentemente rifiutato ogni patto col padronato che leghi il riconoscimento del sindacato alla limitazione della libertà di sciopero, come hanno invece scelleratamente fatto la Confederazione Cobas, l’ADL Cobas e, da ultima, l’USB.

Su questa strada, gli autisti SDA che oggi hanno accettato le divisioni fomentate dall’azienda e dalla CGIL, domani – come per altro già fatto, ad esempio, dagli autisti GLS di Roma – si uniranno alla loro classe in lotta, organizzata in un vero SINDACATO DI CLASSE, che inquadri i proletari al di sopra d’ogni divisione aziendale, di categoria, di razza, nazionalità, religione e anche di opnione politica.

Questa organizzazione di lotta, per i bisogni immediati, economici, della classe lavoratrice è la condizione migliore e necessaria per la vittoria sul piano politico, per l’abbattimento del regime capitalista, che necessità invece del Partito Comunista, rivoluzionario e intenazionalista.